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Coca-Cola rovina il Natale (di nuovo), OpenAI firma con Amazon

Buongiorno! Viviamo nel presente… come se stessimo già scrivendo il post per raccontarlo. Non siamo più dentro i momenti — li osserviamo dall’esterno, cercando l’angolazione giusta per ricordarli meglio domani.
Kahneman lo riassume così: “La generazione Instagram vive il presente come un ricordo anticipato.” E forse oggi il vero lusso non è una vacanza o un iPhone nuovo — è riuscire a vivere qualcosa senza volerlo condividere.
Nell’edizione di oggi:
New York ha un nuovo sindaco: è il primo musulmano della storia.
OpenAI: Nuovo maxi accordo con Amazon.
Tesla crolla in Europa: Cosa farà Elon?!
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AI
CocaCola rovina il Natale(di nuovo) con l’AI

Coca-Cola ci riprova. Dopo le pubblicità natalizie AI-generated dell’anno scorso — quelle con le ruote che non giravano e le facce da incubo digitale — il brand ha deciso di raddoppiare la dose.
Il contesto: Il nuovo spot “Holidays Are Coming” è una sequenza surreale di panda, orsi polari e bradipi animati male, oscillante tra realismo forzato e cartoon bug-eyed. Le creature sembrano ritagli 2D incollati su uno sfondo 3D, più che modelli generati da un software moderno.
Insomma: un disastro visivo. O, come ha scritto The Verge, “un pasticcio festivo che fa rimpiangere i pixel degli anni 2000”.
L’esperimento AI continua: Coca-Cola ha lavorato con Silverside e Secret Level, due studi specializzati in video generativi, e impiegato 100 persone — di cui 5 “AI specialist” — per generare 70.000 clip con intelligenza artificiale.
Sembra tanto, ma in realtà il motivo è economico: lo spot è stato più economico e più veloce dei precedenti. Come ha ammesso il CMO Manolo Arroyo:
“Prima serviva un anno per girare uno spot. Ora puoi farlo in un mese.”
Ma a quale prezzo? Il problema non è solo estetico. È che Coca-Cola, nel tentativo di sembrare avanti, ha finito per uccidere il suo stesso mito natalizio — quello delle carovane rosse, dei bambini felici e della magia che “sai che arriva”.
Invece di emozione, oggi ci lascia una pubblicità dissonante, sterile e generata da prompt. E un dubbio: se anche il brand più iconico del mondo non sa più raccontare storie vere, che Natale ci aspetta?
Il punto: L’AI può accelerare la creatività. Ma non può sostituire l’intenzione umana dietro un’idea. Coca-Cola l’ha dimenticato, inseguendo la velocità invece del sentimento. E il risultato è una lezione di marketing per tutti:
Puoi automatizzare il montaggio, ma non puoi automatizzare la magia.
LA RAFFICA
Zohran Mamdani, 34 anni, eletto primo sindaco musulmano di New York con una vittoria travolgente che segna una svolta progressista per la città; nello stesso giorno i democratici si impongono anche in Virginia e New Jersey. (Scopri di più)
Crollano le vendite Tesla in Europa: a ottobre -88% in Svezia e Danimarca, -50% in Norvegia, -47% in Italia e -30% in Spagna, con solo la Francia a reggere dopo mesi di cali. (Scopri di più)
Fratelli d’Italia propone una riforma per accelerare gli sfratti: in caso di due mesi di morosità l’immobile potrà essere liberato in quattro mesi tramite un’Autorità amministrativa ad hoc, senza passare dal giudice. (Scopri di più)
Eni e Petronas creano una joint venture paritetica che unirà gli asset di gas in Indonesia e Malesia, puntando a una produzione di 500mila barili al giorno. (Scopri di più)
Satispay lancia “Paga in 3”, il servizio Buy Now Pay Later che arriva anche nei negozi fisici: acquisti sopra i 30 euro potranno essere pagati in tre rate senza interessi, direttamente dall’app e senza burocrazia. (Scopri di più)
Don’t get SaaD. Get Rippling.
Software sprawl is draining your team’s time, money, and sanity. Our State of Software Sprawl report exposes the true cost of “Software as a Disservice” and why unified systems are the future.
DA NON PERDERE
![]() | OpenAI firma un maxi accordo da 38 miliardi con Amazon (senza usare i suoi chip). Dopo anni di flirt con Microsoft, OpenAI diversifica. L’azienda dietro ChatGPT ha appena siglato un accordo da 38 miliardi di dollari con Amazon Web Services, assicurandosi accesso a “centinaia di migliaia” di GPU Nvidia di ultima generazione. Obiettivo: aumentare la potenza di calcolo e ridurre la dipendenza da Microsoft Azure. |
LE CHICCHE DI INIZIO SETTIMANA

Il problema col calcestruzzo? Inquina più degli aerei. Il calcestruzzo è ovunque: ci viviamo dentro e ci camminiamo sopra. Ma pochi sanno che è responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO₂ – più di tutto il trasporto aereo e navale messi insieme. L’industria è “hard to abate”, cioè difficilissima da decarbonizzare, ma qualcosa si muove. Federbeton ha proposto l’uso di combustibili alternativi, materiali di scarto industriale, e persino AI per ottimizzare i processi. Proprio qui entra in gioco Meta, che ha sviluppato con l’azienda Amrize una miscela di calcestruzzo a basse emissioni usando modelli AI per testare milioni di combinazioni in digitale. Il futuro delle costruzioni potrebbe essere scritto... da un algoritmo.
Il supercomputer che parla “proteinese” meglio di AlphaFold. Un supercomputer nato per l’astrofisica è diventato il nuovo interprete delle proteine umane. Alla University of Glasgow, i ricercatori hanno usato Tursa, macchina ad alte prestazioni del centro DiRAC, per addestrare PLM-Interact, un modello AI capace di prevedere come le proteine interagiscono – con un’accuratezza superiore del 28% rispetto ad AlphaFold3. Il sistema, addestrato su oltre 421mila coppie proteiche, riesce anche a valutare l’impatto delle mutazioni genetiche, aprendo nuove strade per la diagnosi e il trattamento di tumori, malattie rare e infezioni virali.
L’AI consuma troppo? Mettiamo i server… nello spazio. Mentre l’AI genera sempre più dati (e bollette), un gruppo di scienziati di Singapore propone una soluzione spaziale: spostare i data center in orbita. L’idea è semplice quanto ambiziosa: usare satelliti dotati di pannelli solari e chip avanzati per elaborare dati direttamente nello spazio, sfruttando il freddo cosmico come raffreddamento naturale. Niente più stanze piene di server bollenti, niente più bollette elettriche da infarto. È un sogno folle? Forse. Ma tra tecnologie già esistenti e una domanda energetica dell’AI in crescita del +165% entro il 2030, non sembra poi così fuori orbita.
DAL MONDO
![]() | Il Giappone dice “yamete kudasai” a OpenAI. I principali studi giapponesi – da anime a manga – hanno chiesto formalmente a OpenAI di smettere di addestrare i suoi modelli usando contenuti protetti provenienti dal Giappone. L’approccio di OpenAI basato sull’opt-out (“se non vuoi che usiamo il tuo contenuto, faccelo sapere”) non regge: la legge giapponese richiede opt-in esplicito. |
But what can you actually DO about the proclaimed ‘AI bubble’? Billionaires know an alternative…
Sure, if you held your stocks since the dotcom bubble, you would’ve been up—eventually. But three years after the dot-com bust the S&P 500 was still far down from its peak. So, how else can you invest when almost every market is tied to stocks?
Lo and behold, billionaires have an alternative way to diversify: allocate to a physical asset class that outpaced the S&P by 15% from 1995 to 2025, with almost no correlation to equities. It’s part of a massive global market, long leveraged by the ultra-wealthy (Bezos, Gates, Rockefellers etc).
Contemporary and post-war art.
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